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"(...) L'attenzione sbilanciata verso la lingua e le strutture letterarie canoniche è il denominatore comune di scrittori che testimoniano di come la sperimentazione linguistica ha prodotto una tale quantità di opere da far sospettare che un ipotetico canone sperimentale non abbia niente da invidiare, per numeri e varietà, al canone letterario riconosciuto. Tra i futuristi "disubbidienti" alle direttive manifestarie e fino a certi autori neoavanguardisti ai quali sta stretto persino l'amplissimo "orizzonte di ricerca" che accomunava gli scrittori neosperimentali, non c'è, infatti, soluzione di continuità. Autori quali Savinio, Delfini, Landolfi o Gadda, cani sciolti che i critici ancora stentano ad ingabbiare in una definizione, fanno di diritto parte di questo nuovo profilo." (dall'introduzione).